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Borse europee nervose, resta alta l'allerta pandemia. Ancora a picco il petrolio

Borse europee nervose, resta alta l'allerta pandemia. Ancora a picco il petrolio

Borse europee nervose, resta alta l'allerta pandemia. Ancora a picco il petrolio
Oct 29, 2020 3 mins, 25 secs

Chiusura contrastata per le Borse europee, dopo i forti cali della vigilia, che hanno riportato i mercati sui livelli di fine maggio.

Del resto anche la numero uno della Bce, Christine Lagarde, ha parlato chiaro nel giorno della riunione del Consiglio direttivo dell’istituto centrale, preannunciando non solamente un «novembre molto negativo», ma anche «un significativo indebolimento delle attività economiche nell'ultimo trimestre dell'anno», con un’inflazione che sarà negativa.

Le Borse europee hanno più volte cambiato la direzione di marcia nel corso della seduta.

In più hanno battuto le previsioni anche i numeri sulle richieste di sussidi alla disoccupazione, scese nell’ultima settimana di 40.000 unità a 751.000 unità, vantando il miglior dato dall'inizio della crisi.

Considerando poi anche le persone che hanno richiesto gli aiuti federali o statali, tale numero si attesta a 22.654.453.

Ha inoltre confermato la dotazione del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp) a 1.350 miliardi di euro e ha indicato che gli acquisti proseguiranno almeno fino al giugno 2021 e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus.

La stesa Lagarde ha infatti spiegato che nell'ultimo mese dell'anno saranno ricalibrati gli strumenti di politica monetaria, alla luce delle nuove prospettive dell’economia, ovviamente impattate dall’andamento della pandemia.

Lo scenario, comunque, come ha sottolineato la Lagarde, si prospetta fosco, con un quarto trimestre che sarà peggiore delle attese, anche se, ha sottolineato la banchiera, «non è possibile sapere sin da adesso se ci sarà una crescita negativa perché dipenderà dall'andamento della pandemia e dalla possibilità di un rimbalzo» se le misure adottate dagli stati saranno efficaci.

Amplifon ha recuperato l'1,7%, dopo il forte calo della vigilia, giorno in cui è stata annunciata una trimestrale ricavi consolidati aumentati del 9% a 428,2 milioni rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso e un utile netto in crescita del 74,8% a 28,5 milioni.

Hanno rialzato la testa anche le Eni (+0,5%), all'indomani della pubblicazione dei conti del terzo trimestre superiori alle attese, nonostante il gruppo abbia chiuso con una perdita di 0,5 miliardi.

Hanno invece difeso le posizioni le Fiat Chrysler Automobiles (inv), sempre all’indomani della pubblicazione della trimestrale, con conti da record come ha sottolineato il numero uno, Mike Manley.

Il gruppo ha chiuso il periodo luglio-settembre con un utile netto di 1,205 miliardi di euro, contro la perdita di 179 milioni dello stesso periodo 2019, su ricavi netti scesi solamente del 6% a 25,814 miliardi di euro, grazie alla buona performance del mercato americano.

Pirelli ha perso l'1,2% all’indomani della decisione della Corte di Giustizia UE di confermare la condanna per cartello nel mercato dei cavi elettrici a Prysmian (+2,13%).

Gli analisti di Equita, ad ogni modo, hanno confermato la raccomandazione di acquisto sui titoli della Bicocca, sottolineando che l’impatto avrà effetti limitati, tanto più che Pirelli aveva già operato adeguati accantonamenti.

E' stata rivista l'offerta del colosso francese, che metterà sul piatto 131,5 euro per ogni azione Tiffany, anziché 135 euro

Sempre a Parigi si sono distinte le Orange (+6,1%), grazie all’andamento del terzo trimestre e al ritorno del dividendo a 0,70 euro per il 2020

Collocata anche la terza tranche del BTp a 10 anni scadenza 01/04/2031: a fronte di richieste per 3,99 miliardi l'importo emesso e' stato pari a 3 miliardi mentre il rendimento, in calo di 10 centesimi sull'asta del mese scorso, si e' attestato sul nuovo minimo storico dello 0,79%

Infine, la 11ma tranche del CcTeu scadenza 15/12/2023, assegnata per 1 miliardi a fronte di una domanda totale pari a 2,057 miliardi, ha spuntato un rendimento lordo dello 0,27%, (-18 centesim' sull'asta precedente)

Nel giorno della Bce, l'euro ha perso quota sul biglietto verde, sfondando al ribasso la soglia di 1,17 dollari e portandosi in area 1,1650 dollari

E' stata una giornata no anche il per il petrolio, con il Wti è arrivato a registrare un calo del 6% che si è aggiunto al forte ribasso della vigilia

«La debolezza legata al clima generale di risk off indotto dalla pandemia è stata accentuata dalle scorte ufficiali Usa salite di oltre 4 milioni di barili (massimo da giugno), ben oltre le attese», hanno sottolineato gli analisti di Mps Capital Services

«A questo punto -hanno aggiunto - a nostro avviso, aumentano le probabilità che l’Opec+ decida di posticipare l’aumento della produzione programmato a gennaio»

i dati della pandemia

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